Astro-Curiosità
IL REGISTA DEI PESCI: BERNARDO BERTOLUCCI
E chiudiamo con i Pesci, ultimo segno dello Zodiaco, sapiente summa di tutti gli insegnamenti precedenti ma allo stesso tempo premessa (astro)logica di un nuovo ciclo che sta per iniziare. È l’alba di qualcosa di nuovo, il caos creativo prima del big bang. Proprio per questo forse sono considerati uno dei segni più eclettici, geniali e difficili da inquadrare dello Zodiaco. Forse perché non appartengono interamente a questo mondo. Vivono infatti in un ambiente (l’Acqua, elemento delle emozioni) dove tutto è fluido e ogni percezione è amplificata. In quell’oceano dal quale provengono le ispirazioni più alte dell’uomo, così come la confusione ed il rischio di “perdersi”. Comunicano attraverso il linguaggio emotivo, attraverso un alfabeto fatto di immagini, suoni, colori e suggestioni molto più che di parole. E soprattutto sentono più di qualsiasi altro segno. Come un’antenna puntata sugli stati d’animo del mondo, ne traggono ispirazione, talvolta non senza una certa sofferta compassione. Per rappresentare il segno dei Pesci, e per chiudere questa straordinaria carrellata, ho scelto Bernardo Bertolucci. Per la maestosa potenza visiva del suo cinema, espressione eccelsa di quel linguaggio per immagini di cui parlavo prima. Per l’espressione artistica che diventa quasi un modo per fuggire dalla realtà. In una sua intervista dichiara: «non credo di aver mai avuto una vita al di fuori del cinema». E’ chiaramente un’iperbole, ma ci racconta un segno che in un ambiente omologato, routinario, materialista non ci sa stare: si sente soffocare, come un pesce fuor d’acqua. Ripenso anche ad “Ultimo tango a Parigi”, e alla trasgressione vista come via di fuga da un conformismo opprimente. Ma ciò che più mi colpisce di Bertolucci è il senso del divino che emerge prorompente da “Il piccolo Buddha”. Una visione del mondo dove «gli uomini sono interdipendenti, come gli organi in un unico corpo», e dove «il Paradiso è un’idea di totale armonia e condivisione con l’universo». Con quell’unico grande oceano nel quale i pesci nuotano in assoluta sincronia. Dove le individualità si fondono e l’ego è rimesso sull’altare di una spiritualità più alta. E vorrei chiudere con un’immagine suggestiva. Se lo Zodiaco fosse un film, dove ogni segno occupa un determinato momento della trama, ai Pesci assocerei il gran finale ed il buio in sala che segue. Uno spazio sospeso, intriso delle emozioni che il film ci ha lasciato dentro. Ma allo stesso tempo, uno schermo vuoto dove tutto può essere scritto, e una nuova storia attende di esser raccontata.