LO ZODIACO DELLE PRINCIPESSE: BELLE (ARIETE)

Per l’Ariete ho scelto BELLE, l’indimenticabile protagonista de “La Bella e la Bestia”, una delle più intrepide eroine delle favole Disney. Perché lei? Belle, come l’Ariete, esprime infatti il coraggio e l’intraprendenza. Non ha paura di andare là dove nessun altro andrebbe, dritta dritta nel castello per liberare il padre Maurice che vi è imprigionato. Fatta anch’ella prigioniera, Belle è l’unica ad avere il coraggio di guardare la Bestia negli occhi e sfidarla senza abbassare lo sguardo. Ed è proprio la “sfida” la parola-chiave dell’identità astrologica dell’Ariete, un segno che prende la vita di petto, come fosse un “match” dove misurarsi con il mondo e, prima ancora, con se stesso. Non a caso, Belle è l’unica nel suo villaggio a sentire una spinta ad andare oltre, ad allargare i suoi confini personali per spingersi dove nessuno è mai arrivato.

Così come è l’unica in grado di guardare oltre l’apparente brutalità della Bestia per intravedere l’umanità del suo dolore, e ad avere il coraggio e la spavalderia necessari ad avvicinarglisi… a coglierne la reale natura (dolce e sofferente) e ad amarlo oltre le apparenze. E così facendo, spezza l’incantesimo che ne rendeva mostruose le sembianze. E qui c’è proprio la spinta vitale dell’Ariete, quel misto d’intraprendenza e spavalderia che lo porta a buttarsi nelle cose, senza star troppo a rimuginarci su, senza lasciarsi frenare da paure e pregiudizi. Stiamo parlando del primo segno dello Zodiaco, del condottiero che rompe la stasi dell’inverno per lanciare una nuova Primavera. Pensate se quel primo “germoglio” primaverile dovesse preoccuparsi delle conseguenze della propria rinascita!!!

Se dovesse star lì a chiedersi se è il momento giusto per ripartire, o cosa ne penserà la gente… la Primavera non ricomincerebbe mai: arriveremmo alle porte dell’estate con i campi ancora coperti di neve e gli alberi ancora spogli. Si tratta chiaramente di un paradosso, ma qualunque (ri)nascita richiede un’esplosione di energia coraggiosa e positivamente “noncurante” delle conseguenze del proprio agire. Come il primo vagito di un bambino, così vitale e potente. Se il neonato fosse condizionato dalla pre-cognizione di tutte le difficoltà che fanno parte della vita, forse non ci penserebbe proprio a lasciare il grembo materno, così caldo e accogliente. Invece no: per nascere, rinascere e cambiare occorre quella scintilla iniziale. In ogni processo vitale c’è bisogno di qualcuno che abbia lo sprint necessario a partire e, soprattutto, a dare il via anche agli altri. (continua a pag. 2)



 
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