BILANCIA: OROSCOPO 2019
Insomma, per molti è l’anno di un discorso importante da pronunciare senza incertezze e titubanze. Un discorso che in molti casi cambia la percezione che gli altri hanno su di te. Che ti mette più in luce, e fa cambiare idea a chi si è abituato a vederti sempre al tuo posto. Un discorso che in passato hai rimandato perché sentivi che non era il momento, temevi che avrebbe potuto scombinare un equilibrio. Ma a forza di prendersi cura dell’equilibrio degli altri, che ne è stato delle tue aspirazioni? Può trattarsi del discorso di chi vuole cambiare lavoro o di chi vuole tornare al lavoro, ristabilendo certi assetti familiari in modo da poterselo permettere. Può trattarsi di un discorso con i soci, come dicevo prima. Ma più in generale si tratta di una qualsiasi verità che in passato hai tenuto per te stesso e che arriva invece il momento di esternare. E qualsiasi discorso, proprio come quello di Bertie, va costruito passo dopo passo. Il primo step naturalmente è chiarirsi quale sia la tua vetta, mettere a fuoco il traguardo. Questo è molto importante perché alcuni obiettivi potrebbero essere mutati negli scorsi anni, e occorre fare un check. Stando nel film, la vocazione della Bilancia è regnare sulla propria vita, ma qual è il trono giusto? Il secondo step è prepararsi, sciogliere la lingua che poi significa prima di tutto sciogliere certi nodi. Nodi emotivi, sopratutto per chi negli scorsi anni ha sentito forte il peso di aspettative o responsabilità familiari, o per chi ha messo temporaneamente da parte le proprie aspirazioni per star dietro a quelle del partner o dei figli.
Ma anche nodi organizzativi: creando un sistema-vita che giri, una macchina che cammini senza incepparsi, anche perché sappiamo bene che se/quando si inceppa, hai la tendenza ad intervenire per sbloccarla perdendo così di vista le tue priorità personali. Organizzazione significa che ogni catena è forte come il suo anello più debole, e che questo anello che mette a rischio la stabilità del sistema sei del tutto motivata a trovarlo, aggiustarlo. O, se ciò non è possibile, a sostituirlo. Mettendo ogni cosa al proprio posto, fondando il lavoro su accordi chiari, pianificando e giocando d’anticipo in modo previdente. Perché non si può tentare un sorpasso o partire per un viaggio importante con il serbatoio in riserva. Non puoi scommettere su te stesso se non hai almeno un margine di autonomia. Chi vuole cambiare lavoro, ad esempio, deve prepararsi a sostenere un rodaggio iniziale nel quale magari si guadagna di meno, o in rari casi un periodo di fermo. Deve prepararsi il campo entrando in contatto con i giusti referenti. Ma, come dicevo, gran parte di questa preparazione è stata fatta negli anni scorsi. Adesso si tratta di chiamare all’appello le forze, mettere a punto i dettagli finali e andare dritti al terzo step: aprire bocca. Naturalmente, #fuorilavoce significa anche credere di più nelle proprie idee, ad esporsi e farsi avanti, superando una paura di sbagliare, di non essere pronti che in passato ha parecchio frenato. Questo è un anno che premia soprattutto chi lavora con la creatività, con le idee, con comunicazione, nei media, con la scrittura e, più in generale, con un “pubblico” davanti a sé.