Il Cielo del Momento

CHIRONE, CHI E’ COSTUI?


Ciao a tutti! Come state? Visto che oggi c’è la congiunzione Marte e Chirone (alla quale ho dedicato un post che potete leggere QUA) mi sembra giusto approfondirlo un po’. Anche perché da qualche anno Chirone è tornato in Ariete iniziando così un nuovo giro dello Zodiaco e accompagnandoci in un viaggio che sarà molto importante per parecchi anni a venire. Prima di parlare però dei suoi transiti, cerchiamo un po’ di mettere a fuoco chi è Chirone e cosa rappresenta nella scacchiera astrologica.

E cominciamo dicendo che Chirone è una delle scoperte più recenti della moderna astrologia, perché è stato avvisato solo nel 1977. Per l’esattezza, il 1 novembre 1977, mentre il Sole transitava in Scorpione, il segno dello scavo nelle profondità dell’inconscio. Ed effettivamente Chirone è proprio uno dei simboli dell’inconscio anche nell’interpretazione del suo significato astrologico. Non solo: la sua apparizione sorprese molto, perché in quel periodo il mondo dell’astronomia puntava gli occhi alla ricerca di corpi celesti “esterni”, oltre Plutone che all’epoca rappresentava il confine più remoto del sistema solare. E invece appare Chirone, che si colloca tra Saturno ed Urano, ed intreccia la sua orbita con quella di entrambi. Pur essendo in mezzo ai due, infatti, ci sono fasi del suo percorso in cui è più vicino di Saturno e fasi in cui è più lontano di Urano. In qualche modo, fa da trait d’union tra i due. 

Facciamo un passi indietro. I primi 7 pianeti del sistema astrologico (Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) sono visibili ad occhio nudo e costituiscono per certi versi la rappresentazione planetaria dell’identità cosciente. Ognuno di questi pianeti ne riflette un aspetto (il Sole è il Sè, la Luna l’emotività, Mercurio l’intelletto, Venere la capacità di relazione, etc.) ma attengono tutti alla parte più visibile e manifesta della nostra coscienza. I pianeti cosiddetti “remoti”, invece, sono stati scoperti solo con l’invenzione del telescopio di Galileo. Sono “invisibili” ad occhio nudo e, anche in termini simbolici, esprimono un lato meno visibile della nostra  personalità. Qualcuno li chiama pianeti “trans-personali”, qualcuno “trascendentali”. Fatto sta che rappresentano la nostra personale aspirazione verso una dimensione più universale dell’essere. Forse Jung avrebbe detto che rappresentano il nostro personale legame con l’inconscio collettivo.    

Senza divagare troppo, il fatto che l’orbita di Chirone si collochi a metà strada tra Saturno (l’ultimo dei pianeti della coscienza) e Urano (il primo dei pianeti della trascendenza) intrecciando le orbite di entrambi, già ce ne svela la natura di ponte. Questa è una parola-chiave per comprendere a fondo la natura del suo insegnamento astrologico. Perché Chirone è un simbolo di collegamento e di riunificazione di ciò che è disgiunto, disgregato e che, proprio per questo, ci crea sofferenze. Si dice che Chirone nel nostro tema di nascita indichi la “ferita” che ci portiamo dentro (ognuno ha la propria) ma anche la via di “guarigione”.

E, per certi versi, non sorprende che entrambe le cose (ferita e guarigione) siano fatte della stessa sostanza e, in termini astrologici, cadano nello stesso segno e formino gli stessi aspetti con il resto del tema. Perché probabilmente indicano una parte di noi che con la quale non riusciamo ad entrare bene in contatto, che proprio per questo ci “manca” e che va riconquistata ed integrata.  

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