Questi due diversi momenti rappresentano fasi di uno stesso processo di “de-costruzione” di un vecchio Scorpione. Perché prima Saturno l’ha messo a nudo, eliminando dal suo campo visivo tutto ciò che era superato o superfluo. Poi Urano l’ha spinto a non dare nulla per scontato e a ri-centrarsi su se stesso. Ed è come se questi eventi planetari l’avessero destato, l’avessero chiamato fuori da una prigionia e l’avessero accompagnato verso quel territorio di confine, quelle acque oscure e affascinanti oltre le quali si cela una nuova libertà.

Certo, è naturale che dinanzi a tanti punti fermi (personali ed interpersonali) saltati come birilli, molti si siano sentiti “apolidi”, privati di un senso di appartenenza, senza un tetto (figurato e non) sopra la testa, e senza una “patria” certa sotto i piedi. E che – vuoi o non vuoi – si siano dovuti incamminare alla ricerca di nuovi riferimenti, di una terra promessa nella quale ri-radicarsi. E naturalmente non è stato facile, tant’è che molti nati del segno hanno trascorso gli ultimi anni saltando da una sistemazione provvisoria ad un’altra, facendo la spola tra due città. O, sul fronte affettivo, dividendosi tra un amore “ufficiale” e una storia vissuta nell’ombra. 

Un attraversamento del Mar Rosso che non si compie in quattro e quattr’otto. Soprattutto per un segno fisso ed (auto)difensivo. come il tuo. Ed è naturale che, dinanzi ad una vita che ha iniziato a scalciare come un toro da rodeo, la prima reazione di molti sia stata proprio quella di “chiudersi”, arroccarsi, trattenere. E’ naturale che di fronte ad alcune delusioni e situazioni dolorose degli anni precedenti, il primo istinto sia stato dire no. Corazzarsi, indurirsi, chiudendo però la porta in faccia alle cose “belle” così come a quelle “brutte”. Qualcun altro, invece, ha fatto esattamente il contrario, si è riempito la vita di “sì”, di mille impegni e distrazioni, ma in fondo per la stessa ragione: distogliere l’attenzione da una ferita ancora dolente. 

Tant’è che pensando a questi ultimi anni, mi è tornato in mente “Yes Man” un film che avevo visto qualche anno fa, una commedia brillante che ha però parecchi spunti di riflessione. Innanzitutto mi ha colpito una cosa: è ispirato ad un “esperimento di vita” al quale si è sottoposto il commediografo Danny Wallace per poi trarne un libro. E, indovina un po’, è proprio uno Scorpione! Due parole sulle trama: il protagonista è Jim Carrey, un impiegato di banca che dopo un divorzio burrascoso si trincera dietro un costante “no”. Agli amici, ai genitori, a chiunque tenti di offrirgli uno stimolo. 

Così facendo, pensa di difendersi da ulteriori “colpi bassi”, ma in realtà non fa altro che chiudersi sempre di più. Finché non si imbatte per caso in un “seminario di positività” dove il santone di turno gli lancia la sfida più ardua: rispondere “sì” ad ogni persona, situazione ed opportunità che gli si pari davanti. Senza neanche pensarci, senza porre filtri o barriere: sì e basta! I primi naturalmente sono faticosissimi, poi via via diventa più facile e – quasi senza accorgersene – la sua vita cambia. Si ritrova ad imparare il coreano, a battersi per i diritti di un barbone, a partecipare ad improbabili party e a (dover) dare un passaggio in motorino ad una ragazza. 

Quest’ultimo probabilmente è il più difficile da pronunciare, perché è proprio da una ferita del cuore che è nato il primo “no”, il più grande di tutti. Ed è sul fronte dei rapporti (affettivi, ma non solo) che ha i suoi sbarramenti più grandi. Non ti dico altro, ma te lo consiglio, perché dentro ci sono tutti i sospetti e le reticenze, ma anche quella capacità di vivere tutto fino in fondo (“o tutto, o niente”) che rendono grande il tuo segno. Il lieto naturalmente è assicurato, proprio come lo è per te, passando attraverso una serie di capovolgimenti di scenario dinanzi ai quali il protagonista tende a “tornare nel bozzolo”. Un lieto fine che consiste in una serie di situazioni che meritano un “sì” deciso e convinti, e che aprono le porte di una nuova vita. (continua)