La Luna ad un livello più vicino alla coscienza (diciamo il “subconscio”), e governa tutta quella serie di reazioni immediate e istintive che emergono nel momento in cui mettiamo da parte la mente razionale. Plutone invece ad un livello molto più profondo (diciamo l’inconscio), ed è la parte che conosciamo meno di noi stessi, quel sottosuolo buio in cui affondano le radici delle nostre paure (ciò che ci rende deboli) ma anche del nostro potere personale (che invece ci rende forti e pronti ad affermarci). Due aspetti che rappresentano i due lati di una stessa medaglia, dal momento che una paura illuminata diventa un punto di forza, mentre un potere negato si trasforma in un’ombra che blocca. Ognuno di noi ha le proprie paure – è inevitabile – ed è proprio su quelle che ci spinge a lavorare l’anno che sta iniziando. Ma probabilmente ce n’è una che emerge più di ogni altra da questo cielo: quella di allontanarsi troppo da casa, fuori dalla zona di comfort di ciò che negli anni è diventato il nostro perimetro abituale (e talvolta anche la nostra gabbia). 

Ma spingersi oltre è l’unico modo per allargare gli orizzonti e per trovare qualcosa che non sapevamo neanche di cercare (Cristoforo Colombo docet). Perdersi è l’unico modo per ritrovarsi, perché finché non mettiamo in discussione i confini del recinto in cui siamo restati (fatto di abitudini, di pregiudizi su noi stessi e di falsi steccati), non possiamo mai dirci realmente liberi. Lo scopo di un aquilone (e il cielo dell’Equinozio lo ricorda) è allungare il filo e alzarsi quindi nel cielo, è il senso profondo di quest’anno è proprio quello di un filo che si allunga (o meglio: che siamo noi ad allungare) per volare più in alto. La lunghezza del filo è data da quella Decima casa di cui parlavo prima: da una accorta valutazione delle circostanze e della nostra posizione, perché lo scopo è innalzarsi di più, non spezzare il filo e perdersi nel cielo. Valutare la nostra posizione significa avere una consapevolezza del nostro valore, dei nostri talenti e delle nostre possibilità. Finché non li abbiamo esplorati e non li conosciamo fino in fondo, il nostro aquilone non può andare più su del solaio (ma averlo tirato fuori dalla cantina dell’inconscio è già tanto). Nel momento in cui iniziamo a comprendere meglio le nostre potenzialità, l’aquilone inizia piano piano a prendere il largo nel cielo. 

Potremmo analizzare tanti altri angoli del cielo dell’Equinozio, e trovare tante conferme di questo tema di fondo. Potremmo scoprire che nella maggior parte dei casi il primo metro di filo è il più faticoso da srotolare, mentre i metri successivi vengono via via più facili. E quindi le prime note di un discorso delicato (quelle che si trovano a dover rompere un ghiaccio di non detti) sono le più difficili da pronunciare, ma poi le altre seguono più scorrevoli. Che i primi passi di una nuova impresa sono i più faticosi, specie se ci portano ad allontanarci da un recinto/gabbia che ci dà sicurezza (o meglio, che placa molte nostre insicurezze), ma poi ci si prende gusto. Ci avete mai fatto caso che un aquilone altissimo nel cielo sembra immobile nella maestà del suo volo, mentre un aquilone che sta prendendo quota sale in maniera spesso incerta e sgraziata? Non credo che sia un caso. E questo è il significato che do alle linee rosse del cielo dell’Equinozio: non bisogna lasciarsi frenare dalle incertezze degli inizi, poi verrà tutto via via più facile. 

Questo è un post che ho scritto di getto, non era previsto e gli ho anche dovuto trovare un “tempo” tra le tante cose che devo fare oggi. Ma quando ho visto quel grafico così bello, quel triangolo blu che ricorda una vela o, per l’appunto, un aquilone, non ho potuto fare a meno di scriverlo. Perché le cose belle vanno raccontate… inizia un nuovo anno, esprimete un desiderio, eliminate qualcosa che non fa più a caso vostro, e soprattutto sroldtale un metro di filo del vostro aquilone. Fategli prendere il largo: il vento è quello giusto! 

Buon capodanno zodiacale!
Con amore,
xxx
S*