E chiudiamo con i Pesci, i grandi “sognatori” dello Zodiaco. Siamo arrivati all’ultimo segno, sublimazione dell’essere nella sua forma più rarefatta. I Pesci infatti vivono nella zona di confine tra un ciclo che volge al termine, e qualcosa di nuovo che sta per iniziare. Proprio per questo forse sono così eclettici, geniali e difficili da inquadrare dello Zodiaco: perché non appartengono fino in fondo a questo mondo fatto di materia, scadenze e pragmatismo. Il loro habitat naturale è l’Acqua, elemento delle emozioni dove tutto è fluido, e dove ogni percezione è amplificata. Del resto, in acqua gli oggetti appaiono più grandi e i suoni si propagano più velocemente, e anche i Pesci vedono e sentono più di qualsiasi altro segno. Sono poco “schermati”, come spugne emotive, pronte ad assorbire gli stati d’animo di ciò che li circonda. Come le creature acquatiche – che comunicano senza emettere versi, sfiorando la telepatia – anche i Pesci sono signori della comunicazione non verbale. E’ attraverso altri linguaggi – la musica, il ritmo, il colore, la danza, la fotografia – che riescono ad esprimere il loro variopinto mondo interiore. E proprio come l’acqua, sono “liquidi”, in grado di assumere ogni forma. Eclettici e trasformisti. Per questo si sentono a casa in quella “fabbrica dei sogni” che è il cinema. In rappresentanza del mondo femminile ho scelto Ornella Muti, che già dall’azzurro dei suoi occhi (spesso facili alla commozione) rivela la natura acquatica del segno. Così come ne sono testimonianza il suo amore per la meditazione e lo yoga, la vita fuori dalla città a contatto con la natura. Mi ha colpito una sua frase, sulla natura camaleontica dei Pesci: «mi sento come un baule pieno di cose, dove ogni regista può trovare quello che gli serve», arrivando talvolta a «trovare in me qualcosa che io stessa ignoravo». Perché i Pesci sono così, un oceano in continuo movimento dal quale può emergere qualsiasi meraviglia.