LO ZODIACO DELLE PRINCIPESSE: POCAHONTAS (SAGITTARIO)
Per il Sagittario, il grande viaggiatore/esploratore dello Zodiaco, la scelta non poteva non cadere sull’eroina più esotica e cosmopolita del mondo Disney. Parliamo ovviamente di Pocahontas, protagonista dell’omonimo film, il 33° classico Disney (annata 1995). È ispirato alla vera storia della giovane figlia del capo della tribù pellerossa Powatan, soprannominata “Pocahontas” da bambina (che suonava affettuosamente come “piccola peste”) che divenne poi Rebecca dopo aver ricevuto il battesimo. Pocahontas salvò la vita per ben due volte a John Smith, presidente della Colonia Britannica della Virginia: con la sua saggezza impedì che la tribù Powatan (al tempo numerosa e potente) potesse entrare in conflitto con i coloni britannici e che i loro rapporti potessero degenerare. Siamo all’inizio del ‘600, gli inglesi iniziano a colonizzare le Americhe in maniera massiccia, con atti non propriamente edificanti di conquista e sottomissione.
In questo clima di tensione, sembra che l’atteggiamento moderato di Pocahontas e il suo incontro con Smith sia stato determinante per dare inizio ad una relazione amichevole tra gli inglesi e gli indiani d’America. E qui esce fuori tutta la natura del Sagittario di vero e proprio “ponte” tra culture. Per il Sagittario un “confine” non rappresenta mai una chiusura, un limite invalicabile o uno strumento di separazione tra le persone. Piuttosto, è un contorno da allargare, uno stimolo a scoprire cosa ci sia “oltre”. E come ho detto tante volte, “oltre” potrebbe essere eletta a parola-chiave del Sagittario. La capacità di andare oltre i confini, per vedere cosa ci sia oltre i limiti di ciò che è già conosciuto. Si chiama esplorazione, ma si chiama anche “ottimismo”, quando diventa capacità di guardare oltre le difficoltà del presente per immaginare un futuro migliore.
Ma per il momento restiamo alla sua indole da viaggiatore. Per il Sagittario il “nuovo” è qualcosa da scoprire con slancio e curiosità. È cittadino del mondo, non conosce barriere tra culture o tradizioni, ma è naturalmente portato ad accorciare le distanze per avvicinare ciò che è apparentemente lontano. Del resto, la sua freccia è sempre rivolta verso l’alto. E se ci pensate, la freccia ha rappresentato una vera “rivoluzione” per l’uomo dell’antichità. Prima della sua invenzione, infatti, ciò che poteva raggiungere era dato dalla portata del suo braccio. Con la freccia, s’introduce la possibilità di arrivare più lontano, misurando potenza e direzione. Prendendo la mira. E questo somiglia molto alla perenne vocazione al superamento del limite insita nel segno.
Ma il Sagittario è un centauro. Accanto al lato-arciere (la componente più “spirituale”, che punta in alto) c’è il lato-cavallino, più “materiale” e saldamente ancorato al terreno. Da questa sua doppia natura deriva la sua aspirazione a “portare il cielo in terra”. È considerato il segno della filosofia, della scienza, delle dottrine spirituali (perché “punta al cielo”), e le considera indispensabili per capire meglio il ruolo dell’uomo in questa dimensione di materialità tridimensionale nella quale tutti noi ci muoviamo (la “terra”). Ma non ci scordiamo che è anche il segno degli “ideali”: se per Pocahontas è fondamentale rimanere col suo popolo e non seguire il suo amato John a Londra, per un Sagittario è importante dare priorità alle proprie aspirazioni prima di creare vincoli che non lo facciano sentire più “libero”. W l’indipendenza!
Buon Natale e buon 2024, Sagittario!
Con amore,
xxx
S*