Astro-Curiosità
LO ZODIACO NON SI TOCCA! :)
RIVOLUZIONE DELLO ZODIACO…
…teniamoci stretto il nostro segno!
Tredicesimo segno zodiacale? Precessione degli equinozi? Slittamento dei segni? Difendiamo lo zodiaco dai colpi della stampa, che a forza di lanciare queste presunte sensazionali scoperte ha creato una gran confusione! Chi è dell’Acquario diventerebbe Capricorno; il Capricorno a sua volta diventerebbe Sagittario e la prima decade del Sagittario diventerebbe dell’Ofiuco, misterioso nuovo segno! Insomma, una rivoluzione nella quale non si capisce più niente!
È il caso di fare un po’ di chiarezza. I Segni Zodiacali sono DODICI, e restano tali e quali nonostante la precessione degli Equinozi e la scoperta (si fa per dire, perché l’Ofiuco è lì dalla notte dei tempi) di un gruppetto di stelle che si inseriscono tra la costellazione dello Scorpione e quella del Sagittario!
Perché? I segni zodiacali sono Dodici perché dodici sono i mesi dell’anno, scanditi da altrettante lunazioni. Trascorsi dodici mesi (dodici “Lune”) l’anno si “resetta” e ricomincia daccapo.
Da questa semplice osservazione l’uomo dell’antichità comprese che il ciclo più importante del quale era testimone si componeva di 12 fasi. La “tredicesima” fase sarebbe stata la prima di un ciclo successivo, così come in una scala musicale composta di 12 semitoni, la tredicesima nota non è altro che la PRIMA sull’ottava superiore.
Qui sarebbe interessante approfondire perché la “costante 12” sembri essere una costante universale nella struttura dell’esistenza. Perché la natura, il mito, l’arte e ogni altra forma di espressione ci suggeriscano all’unisono che occorrono Dodici segmenti per fare un intero. I 12 apostoli, le 12 fatiche di Ercole, le 12 tappe della via crucis, i 12 cavalieri della Tavola Rotonda, le 12 Tavole della Legge, i 12 segni della Zodiaco: come una girandola che gira vorticosamente, occorrono 12 diverse tonalità per fare un intero. Questo discorso, che secondo me è mozzafiato, ci porterebbe però forse un po’ distanti dal discorso.
Restiamo ai nostri 12 mesi, a queste 12 fasi che compongono l’anno naturale (quello scandito dalle quattro stagioni) l’uomo dell’antichità volle dare il nome delle costellazioni che (in ciascuna delle 12 fasi) facevano da sfondo al movimento del Sole e degli altri pianeti. Individuò 12 gruppi di stelle che rispetto al movimento dei pianeti potevano essere considerate “fisse” e proiettò su di essi le caratteristiche stagionali del mese associato.
Così l’Ariete, indomito per natura, fu associato alla prima fase del ciclo, anch’essa “indomita” perché rompe la stasi invernale e riattiva il ciclo della natura. Nel Toro (più placido, calmo ed abitudinario) vide la seconda fase del ciclo, nel corso della quale l’esplosione primaverile si “calma” e la stagione entra “a regime”. Le temperature si assestano, il clima si fa più stabile, e così via.
I dodici segni zodiacali sono una diretta derivazione dell’osservazione dei comportamenti della natura nelle zone temperate dell’emisfero settentrionale. L’associazione con le costellazioni vale solamente come sistema di riferimento esterno utilizzato millenni fa per osservare il movimento dei pianeti “mobili”, ricordando che all’epoca anche il Sole era considerato un pianeta. Molto grande e luminoso, sì, ma pur sempre un pianeta.
È quindi evidente che lo slittamento delle costellazioni per il cosiddetto fenomeno della precessione degli equinozi, così come la scoperta di altre costellazioni che entrano in parte nella fascia Zodiacale, non modifica in alcun modo la natura e la sequenza dei segni che restano 12 perché 12 sono le “stazioni”, i “passi”, i “segmenti” (chiamiamoli come vogliamo) in cui è articolato l’anno, e perché 12 sono le lunazioni intere che compongono l’anno.
Così come l’introduzione di una tredicesima lineetta nel quadrante di un orologio non modificherebbe la struttura del tempo. L’ora di pranzo resterebbe l’ora di pranzo, e non perché lo decide il numero segnato sul quadrante dell’orologio, ma perché decorso quel tempo dalla sveglia del mattino l’organismo richiede di essere nutrito. Il tempo è un’unità di misura relativa, mai assoluta. Mallo stesso modo, ciò che caratterizza ciascun segno zodiacale è la sua distanza dall’inizio del ciclo in cui è inserito. E quindi dalla sua distanza dall’equinozio di primavera. Per questo l’Ariete è sempre il primo, perché apre il ciclo riattivando la primavera, e i Pesci sempre l’ultimo, perché conclude il ciclo con la fine dell’inverno. Ma voi ce li vedreste mai i Pesci come apripista dello Zodiaco, o l’Ariete come il segno più riflessivo e ascetico di tutti?
Quindi, ognuno di noi può tenersi tranquillamente il proprio segno! Soprattutto i Sagittari, che non hanno nulla da temere perché non verranno “ceduti” all’Ofiuco!
Spero di avervi chiarito questa cosa! E ovviamente microfono aperto ad eventuali dubbi! Un abbraccio a tutti!
A dopo! 🙂
xxx
S*