VERGINE: LA TERZA TAPPA
VERGINE: LA TERZA TAPPA
Giunti al terzo mese dopo il compleanno, è tempo di accelerare e di raggiungere la velocità di crociera! Le energie scorrono più decise, e alimentano il desiderio di esprimerci. Siamo ancora alle battute iniziali del viaggio; se nel mese precedente abbiamo testato la strumentazione di bordo (e quindi il nostro potenziale di viaggio), in questa terza fase siamo più protesi verso gli altri: ci guardiamo intorno, in cerca di possibili alleati in grado di sostenerci nelle nostre iniziative. Questa è la tappa del viaggio nella quale iniziamo a far sentire la nostra voce, nella quale tiriamo la testa fuori dal confine di una zona protetta e ci esponiamo di più.
Simbolicamente parlando, se nel mese del compleanno abbiamo avuto l’idea per il nostro grande romanzo, se il mese dopo abbiamo lottato contro il timore di non essere in grado di scriverlo, in questo mese disponiamo davanti a noi un blocco, le penne, raccogliamo le forze e mettiamo le prime parole nero su bianco. Ci rimbocchiamo le maniche ed iniziamo a metterci alla prova. A cimentarci con qualcosa di nuovo e in molti casi anche a sperimentare situazioni e frangenti mai provati prima. Vale sul lavoro, ma vale spesso anche sul piano personale: spesso è una fase di perlustrazione di nuovi territori, di nuove esperienze.
È in questa fase che iniziano le «trattative» che porteranno in seguito alla creazione di collaborazioni o alla definizione di accordi e contratti. Guardiamo sempre al significato simbolico delle cose. Il «viaggio» che si compie nel corso dell’anno è un viaggio individuale verso l’espressione della creatività personale, ma alle volte richiede l’appoggio degli altri. La collaborazione limita talvolta la libertà individuale, ma allo stesso è spesso necessaria per compiere una parte del viaggio. Per arrivare più lontano di quanto faremmo da soli. La definizione di queste dinamiche di collaborazione appartengono a una fase successiva del viaggio (la settima), ma è già dalla terza fase che iniziamo ad «annusare» possibili compagni di viaggio e a capire se possiamo affiancare il nostro viaggio al loro.
È in questa fase che iniziamo a bilanciare costi e vantaggi degli accordi che governeranno questi sodalizi, che possono riguardare il lavoro, la sfera affettiva e ogni altro aspetto della vita. È in questa fase che mettiamo sul tavolo delle trattative ciò che siamo disposti a dare o fare per gli altri. E naturalmente anche ciò che ci aspettiamo che gli altri facciano per noi. È qui che valutiamo la “convenienza” di certi scambi e, se necessario, aggiustiamo il tiro. Ed è per questo che a novembre spesso potresti ritrovarti a rinegoziare compensi o altre condizioni dei contatti di lavoro. Ad alzare la testa dicendo ad una “controparte” che un accordo non è più equo. O anche semplicemente a discutere con il partner, se pensi che in casa sia tu a mandare avanti tutto.
È una fase in cui prevale l’esperienza diretta delle cose. E’ come se al compleanno tornassimo in qualche modo “neonati” rispetto ad alcune nuove iniziative che metteremo a terra nel corso dell’anno che sta iniziando. Il mese successivo (alla Seconda tappa) cominciamo a guardarci le manine e i piedini, scoprendo con sorpresa tutto ciò che sono (o non sono) in grado di fare. E il mese ancora successivo iniziamo a gattonare e toccare tutto per comprendere costituzione e struttura della realtà che ci circonda, spinti dal motore della curiosità. E’ la fase del viaggio dalla quale scaturisce la prima scintilla di movimento. Un movimento spontaneo, sperimentale, non frenato dall’aspettativa di dove dovrà portarci, né dall’ansia di non poterci arrivare. Come dicevo, è il movimento del neonato che inizia a gattonare, mosso unicamente dall’ebbrezza di muoversi. E proprio per questo è l’inizio di un viaggio che può portarci lontano.
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